La gamma infinita dei trattori John Deere 2023

Da 49 a 691 cavalli. È questo il range di potenze all’interno del quale si collocano i trattori agricoli commercializzati da John Deere in Italia, una gamma suddivisa in otto famiglie di prodotto, accomunate da un’impronta progettuale volta a garantire sempre e comunque il miglior connubio tra efficienza produttiva e semplicità d’uso. Una connotazione quest’ultima che non manca di abbinarsi anche ai più moderni contenuti tecnici di settore come ben risulta analizzando le specifiche tecniche di una gamma alla cui base si pone la linea di prodotto “5E”, aziendali agili e dinamici che si propongono in quattro differenti modelli i cui profili di missione si orientano alle attività manutentive e alle applicazioni foraggere di supporto agli allevamenti di piccole e medie dimensioni. Caratterizzati da contenuti prettamente meccanici, i “5E” sono mezzi semplici e affidabili, equipaggiati con motorizzazioni John Deere “PowerTech E” a tre cilindri da due litri e 900 centimetri cubi eroganti potenze nominali comprese fra 49 e i 75 cavalli e operanti in abbinamento a trasmissioni meccaniche sincronizzate a quattro marce e tre gamme per un totale di 12+12 rapporti, elevabili a 24+12 attraverso un hi-lo opzionale.

Ridotti costi di gestione

Di fatto si tratta di mezzi versatili in grado di assolvere alle principali esigenze applicative con bassi costi di gestione, le medesime peculiarità che contraddistinguono anche i trattori multipurpose serie “5M”, più strutturati grazie a passi nell’ordine dei due mila 350 millimetri e a masse che stallano a quattro mila e 175 chili, a fronte dei due mila 050 millimetri e dei due mila 950 chili in appannaggio dei “5E”. Si orientano di conseguenza alle attività di movimentazione aziendale e alle lavorazioni superficiali del terreno fruendo di motori John Deere alla serie “PowerTech E” a tre e quattro cilindri a seconda del modello. I tre cilindri da due litri e 900 muovono il trattore di attacco “5075M” mentre i quattro cilindri da quattro litri e mezzo equipaggiano le restanti versioni.

Le potenze spaziano tra i 75 e i 120 cavalli, prestazioni trasferibili a terra mediante trasmissioni a quattro gamme e quattro marce per un totale di 16+16 rapporti, elevabili a 32+16 attraverso un super riduttore operante sulle due gamme basse. Alle applicazioni specializzate guardano invece le serie “5Ml” e “5G”, con la prima che rappresenta la più recente novità di prodotto della Casa americana proponendosi con contenuti tecnici al vertice di categoria. Equipaggiati con motorizzazioni John Deere “PowerTech Plus” a quattro cilindri da quattro litri e mezzo di cubatura eroganti potenze massime comprese tra i 110 e i 136 cavalli, prestazioni tra le più elevate di settore, mutuano in effetti dalle macchine di classe superiore tutte le soluzioni sviluppate dal Marchio per facilitare il lavoro agli operatori.

Trattori John Deere 2023: automazione predisposta di serie

Rientra in tale ottica la presenza di serie del sistema di guida “AutoTrac”, il cui display è stato integrato direttamente nel cruscotto del trattore per eliminare la necessità di dar luogo ad attivazioni secondarie o all’installazione di ulteriori display. Niente costi aggiuntivi quindi e porte aperte alla possibilità di documentare ogni fase di lavoro appoggiandosi al sistema “Operations Center”, software scaricabile e utilizzabile gratuitamente preposto a monitorare e analizzare tutte le operazioni pianificate guidando in maniera ottimale le decisioni agronomiche necessarie. Sono trattori evoluti e tecnologici che guardano direttamente alle colture specialistiche estensive, mentre alle applicazioni condotte all’interno di vigneti e frutteti tradizionali, caratterizzati quindi da filari più stretti, si orientano gli specializzati serie “5G”, declinati sulla base delle quattro versioni “Gv”, “Gn”, “Gf” e “Gl”.

Comune a tutti i modelli la presenza di motorizzazioni Fpt Industrial a quattro cilindri serie “F34” da tre litri e 400 centimetri cubi, sul modello d’attacco “5075”, e serie “F36” da tre litri e 600 centimetri cubi, sulle tre versioni più prestazionali, che mettono a disposizione un range di potenza massima compreso tra i 75 e i 120 cavalli, prestazioni trasferite a terra mediante trasmissioni a tre gamme e quattro o cinque marce che danno origine a gruppi da 12+12 e da 15+15, elevabili a 24+24 e a 30+30 mediante un hi-lo opzionale. Differenti invece i profili di missione, con i modelli “Gv” che si propongono quali vigneti stretti in funzione di larghezze minime inferiori al metro, mentre i “Gn” si configurano come vigneti larghi in virtù di larghezze nell’ordine dei mille 257 millimetri.



Rientrano nella categoria dei frutteti tradizionali invece i modelli “Gf”, forti di larghezze minime pari a mille 437 millimetri, mentre si propongono quali frutteti larghi le versioni “Gl” grazie a larghezze nell’ordine dei mille 547 millimetri che ne permettono l’impiego anche in ambito aziendale. Appartenente invece al segmento dei medium utility, di fatto degli aziendali più strutturati ed equipaggiati con contenuti tecnico-funzionali in grado di assicurare al trattore una flessibilità operativa superiore, la serie “6M” a passo corto che da quest’anno rappresenta la soglia d’ingresso dei trattori John Deere equipaggiabili anche con trasmissioni continue, tecnologia che oltre a rendere le macchine più facili da gestire ne enfatizza anche l’efficienza operativa se queste ultime non sono sottoposte ad attività pesanti e continuative in campo aperto.

Ampio il range di impiego

Proprio in tale ottica i quattro modelli “6M” a passo corto guardano principalmente alle lavorazioni superficiali del terreno, alle movimentazioni aziendali e ai trasporti su strada, senza tuttavia disdegnare impegni in ambito foraggero grazie a passi di due mila e 400 millimetri, a pesi nell’ordine dei cinque mila e 750 chili e, soprattutto, alla versatilità offerta da un gruppo di motopropulsione.

Quest’ultimo è in effetti strutturato sulla base di motorizzazioni John Deere “PowerTech Ews” a quattro cilindri da quattro litri e mezzo di cubatura, tarati fra i 114 e i 145 cavalli, che si interfacciano con quattro differenti trasmissioni, al cui vertice si colloca la già citata trasmissione a variazione continua “AutoPowr”, di fatto un gruppo idrostatico operante in abbinamento a un cambio meccanico a due gamme selezionate in automatico dalla centralina di bordo e attuate mediante un sistema a doppia frizione che non fa mai cadere la coppia motrice sulle ruote. Il medesimo cambio a variazione continua equipaggia inoltre i tre modelli “6M” a passo medio, pari a due mila e 580 millimetri, anch’essi mossi da motori a quattro cilindri John Deere da quattro litri e mezzo, in questo caso appartenenti però alla serie “Pss”, che mettono a disposizione delle due versioni “6130M” e “6140M” tarature massime nell’ordine, rispettivamente, dei 156 e dei 166 cavalli. Sempre a quattro cilindri e sempre serie “Pss” il motore John Deere da 161 cavalli di potenza che equipaggia il modello “6145M”, di fatto un trattore che funge da collegamento tra i “6M” a quattro cilindri e i “6M” a sei cilindri e in tale ottica disponibile solo con trasmissioni powershift che ne enfatizzano la vocazione alle lavorazioni gravose in campo aperto.

Tre powershift da 24+24

“PowrQuad Plus”, “AutoQuad Plus” e “CommandQuad Plus” i nomi dei cambi disponibili, tutti caratterizzati da un elevato grado di automazione degli innesti e in grado di mettere a disposizione nelle loro configurazioni più evolute 24 rapporti in avanzamento e altrettanti indietro. I medesimi gruppi sono poi in appannaggio, come detto, dei tre modelli “6M” a passo lungo, macchine orientate specificamente al campo aperto e per tale ragione equipaggiate con motorizzazioni John Deere serie “PowerTech Pvs” a sei cilindri da sei litri e 800 centimetri cubi eroganti potenze massime di 172, 194 e 216 cavalli. Ne deriva un’offerta quanto mai ampia e diversificata che ben si raccorda verso l’alto con la serie di media alta potenza “6R”, suddivisa sulla base di quattro sottoserie che danno vita ad altrettante tipologie di trattori. Le cinque versioni a passo corto, pari a due mila 580 millimetri, si propongono con motorizzazioni quattro cilindri John Deere “PowerTech Pss” da quattro litri e mezzo di cubatura che mettono a disposizione un range di potenze massime che spazia tra i 135 e i 177 cavalli, prestazioni gestibili mediante trasmissioni full powershift a 24 rapporti o con il già citato cambio a variazione continua “AutoPowr”.

Quattro invece i modelli a passo medio, due mila 765 millimetri, mossi da motori John Deere a sei cilindri “PowerTech Pvs” da sei litri e 800 centimetri cubi eroganti potenze massime comprese tra i 192 e 234 cavalli. Diversamente dai modelli a quattro cilindri, le versioni “6R” a passo medio possono essere equipaggiati, oltre che con trasmissioni full powershit e a variazione continua, anche con il cambio “DirectDrive”, di fatto un gruppo powershift a doppia frizione strutturato sulla base di tre gamme e otto marce che realizzano 24 rapporti in avanzamento e altrettanti in retro. Le marce sono disposte su due alberi, uno per quelle dispari e uno per quelle pari, in modo tale che mentre una marcia è innestata su un albero, sull’altro albero è già selezionata la marcia seguente. Grazie a ciò, nel momento in cui la frizione della marcia inserita stacca la seconda frizione innesta simultaneamente la marcia successiva, velocizzando e fluidificando i cambi in modo tale da assicurare rendimenti energetici migliori rispetto a quanto proposto dai tradizioni powershift. La medesima trasmissione è disponibile anche per i tre modelli “6R” a passo lungo, due mila e 800 millimetri, anch’essi equipaggiati con unità John Deere a sei cilindri “PowerTech Pvs” da sei litri e 800 centimetri cubi che in questo caso erogano un range di potenze massime compreso tra i 223 e i 259 cavalli, mentre sono offerti esclusivamente con la trasmissione a variazione continua “AutoPowr” i due modelli “6R” a passo extra lungo, due mila e 900 millimetri, a loro volta mossi da motori sei cilindri John Deere “PowerTech Pss” da sei litri e 800 centimetri cubi tarati rispettivamente a 281 e 301 cavalli.

Nei trattori John Deere anche il cambio automatico “e-23”

Il medesimo propulsore equipaggia poi anche i modelli d’attacco della serie “7R”, due campo aperto di alta potenza forti di tarature massime nell’ordine dei 290 e dei 305 cavalli, trasferite a terra, oltre che mediante il cambio cvt “AutoPowr” che consente ai trattori di raggiugere, dove permesso dal Codice, i 50 all’ora a un regime di mille 620 giri, anche dalla trasmissione “e23”, un cambio automatico da 23 rapporti in avanti e 11 indietro integrante la funzione “Efficiency Manager” che consente di preimpostare la velocità di lavoro per poi delegare al software il mantenimento del miglior regime motore in funzione dell’attività svolta senza dover intervenire sull’acceleratore o sui comandi della trasmissione.

Ne deriva quindi la certezza di lavorare sempre con i minimi consumi possibili, dote che sui modelli “7R” di maggior potenza è indotta anche dalla presenza di motori John Deere “PowerTech Pvs” a sei cilindri da nove litri di cubatura che grazie alle loro generose curve di coppia permettono di fruire di tarature comprese tra i 332 e i 388 cavalli senza pagar eccessivamente dazio in termini di assorbimenti energetici. Sempre di produzione John Deere e sempre a sei cilindri e da nove litri di cilindrata anche i motori che equipaggiano i trattori convenzionali top di gamma serie “8R”, sei modelli di altissima potenza che si orientano verso le aziende maggiormente strutturate e le organizzazioni operanti in conto terzi in funzione di potenze massime che coprono un range compreso tra i 326 e i 458 cavalli.



Identica a quanto proposto dalla serie “7R” anche l’offerta delle trasmissioni, con l’unica eccezione rappresentata dal modello top di serie “8410R” che in luogo del cambio a variazione continua “AutoPowr” propone l’innovativo gruppo “e-AutoPowr” basato sulla presenza di due unità elettriche che sostituiscono la componente idraulica della trasmissione di base, arrivando a rilasciare fino a cento chilowatt di potenza, circa 136 cavalli equivalenti, per azionare attrezzature operanti per via elettrica. A eccezione del modello d’attacco “8R 280”, la serie “8R” è disponibile anche negli allestimenti “8Rt” e “8Rx”, con i primi caratterizzati da una cingolatura integrale ideale per operare su suoli particolarmente secchi o smossi, mentre i secondi propongono quattro cingoli triangolari che li orientano maggiormente verso le applicazioni condotte sui terreni umidi o caratterizzati da pendenze accentuate.

Isodiametrici per grandi dimensioni

Macchine quanto mai evoluti e performanti quindi, esattamente come risultano essere anche gli articolati isodiametrici serie “9R”, macchine proposte anch’esse nei due allestimenti cingolato integrale e quadricingolo, che si pongono al vertice assoluto della gamma John Deere grazie a masse a terra comprese di 20 mila 856 chili che delineano un profilo di missione essenzialmente rivolto alle lavorazioni più impegnative attuate su ampie superfici. Coerente con tale vocazione ovviamente il gruppo di motopropulsione, realizzato mediante l’accoppiamento di un motore John Deere serie “Jd14” a sei cilindri da 13 litri e 600 centimetri cubi, in grado di erogare un range di potenze massime che spazia tra i 484 e 691 cavalli, con la trasmissione automatica “e18” che grazie al sistema “Efficiency Manager” solleva l’operatore dalla necessità di intervenire manualmente per gestire i cambi marcia ottimizzando costantemente e in modo autonomo il rapporto in essere tra carico motore e velocità di avanzamento.

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Titolo: La gamma infinita dei trattori John Deere 2023

Autore: Redazione

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